S.H.E
Safety, Health, Equality
S.H.E is Sarah Geymet





Chi sei? Cosa fai? Perché fai questo lavoro?
Ciao, mi chiamo Sarah Geymet, ho 19 anni. Faccio la babysitter qualche giorno a settimana per avere un minimo di indipendenza. Lo faccio perché studio all'università di Torino quindi non avrei tempo per un lavoro full time.
Sei soddisfatta del tuo lavoro? Ti piace o è solo un modo per guadagnare qualche soldo?
No, lo faccio perché mi piace, il mio obiettivo è poi quello di lavorare con i bambini in un asilo nido, infatti studio Scienze dell'Educazione. Quindi il mio obiettivo lavorativo è in linea con quello che faccio adesso, sto facendo pratica. Guardo due bambini, un fratello e una sorella e devo dire che mi trovo molto bene.
Ci sono state delle difficoltà durante la tua carriera lavorativa e, se sì, come le hai affrontate/stai affrontando?
L'unica difficoltà che ho affrontato è stata quella di incastrare tutti gli impegni però, lavorando con una famiglia molto disponibile, sono sempre riuscita a trovare una soluzione.
Quanto il tuo lavoro influisce sulla tua vita privata? Ci sono state difficoltà a gestire sia lavoro che vita privata? Hai la possibiltà di avere la flessibilità sufficiente a gestire la tua vita?
Come ho detto poco prima, lavoro per persone davvero disponibili quindi il mio lavoro mi permette grande flessibilità. Mi vengono sempre incontro quando ho necessità di prendermi del tempo per l'università, ad esempio per studiare o andare a dare gli esami.
Ovviamente il mio lavoro influisce in parte sulla mia vita perché chiaramente ho meno tempo libero ma alla fine riesco a gestire tutto quanto.
Il tuo lavoro è tendenzialmente femminile ma provo comunque a farti questa domanda: hai mai ricevuto un trattamento diverso in quanto donna lavoratrice e, se sì, come hai reagito? Sono mai state messe in dubbio le tue competenze professionali perché sei una donna?
Quello che hai detto è molto interessante perché, al giorno d'oggi, sia la figura della babysitter, della maestra ma anche dell'educatrice in generale è una figura ancora molto femminile. Non si pensa che un uomo possa fare il babysitter, quando sentiamo questa parola pensiamo sempre e solo a una donna/ragazza. Quindi per rispondere alla tua domanda no, non ho mai ricevuto un trattamento diverso in quanto donna lavoratrice proprio perché il lavoro di babysitter è visto come femminile e quindi per la maggior parte della gente è “normale” che lo faccia una donna.
Anzi, penso che se fossi un maschio e facessi il babysitter sarebbe considerato strano nella nostra società.
Pensi che questa cosa, oltre che essere negativa per gli uomini che desiderino fare questo lavoro, sia negativa anche per le donne?
Penso che la donna sia ancora vista come colei che deve allevare ed educare i bambini, la mamma è ancora considerata il genitore che deve stare con i bambini e quindi da questo punto di vista si, queste considerazioni dei ruoli della donna e dell'uomo sono negativi per entrambi, ma in particolare per le donne.
Cosa potrebbe migliorare nel tuo lavoro sia a livello personale che generale?
Mi verrebbe da dire lo stipendio. Alla figura dell'educatrice è ancora attribuita bassa importanza nella nostra società. È considerata meno importante ad esempio di un'insegnante e quindi non si dà la giusta retribuzione nonostante sia un lavoro fondamentale e anche molto faticoso. L'educatrice o l'educatore non lavora solo a contatto con i bambini ma anche con persone che hanno disabilità.
Ci sono abbastanza educatori specializzati nella cura di persone disabili in Italia? La formazione che ricevono e sufficiente?
Penso che non ce ne siano abbastanza e quelli che ci sono non abbiano, per la maggior parte dei casi, una formazione adeguata. Io all'università sto imparando proprio questo, sono contenta che siano stati avviati corsi di questo tipo perché ce n'è davvero tanto bisogno.
Nel caso tu ne abbia avuti, come descriveresti il rapporto con i colleghi uomini? Noti differenze nelle interazioni tra colleghi di sesso maschile e femminile?
Non conosco nessun ragazzo che faccia il babysitter, però d'estate ho fatto l'animatrice all'estate ragazzi e avevo colleghi maschi. Essendo un campo estivo pieno di bambini ci si aiutava, si giocava molto e non c'è mai stato un atteggiamento maschilista da parte loro. Nessuno dei miei colleghi ha mai pensato che essendo una donna dovessi occuparmi di più o meglio dei bambini.
Che consiglio daresti a una donna che vorrebbe iniziare la tua stessa carriera?
Innanzitutto deve piacerle lavorare a contatto con i bambini, questo è molto importante altrimenti si crea una situazione in cui non stanno bene né lei né i bambini. Poi è importante conoscere la famiglia e capire come muoversi e lavorare all'interno della famiglia. È importantissimo capire e conoscere i bambini perché non a tutti i bambini piacciono le stesse cose, proprio come noi adulti sono tutti diversi tra loro, bisogna impegnarsi a conoscerli veramente, non si può pretendere di imporsi completamente senza prendersi la briga di conoscere le loro esigenze.
Che consiglio daresti invece a un uomo che vorrebbe iniziare la tua stessa carriera?
Gli stessi consigli che ho dato prima alle ragazze ma aggiungerei di credere veramente in quello che fa e di abbattere gli stereotipi che ci sono nella nostra società, senza paura.
Come gestisci la tua vita da studentessa lavoratrice?
Le mie priorità sono l'università e lo studio, nei giorni in cui non ho lezione appunto mi dedico al mio lavoro da babysitter, in particolare nel pomeriggio quando i bambini escono da scuola. Se ho esami o impegni, la famiglia per cui lavoro è sempre aperta al dialogo e mi da grande libertà quindi basta parlarne per trovare una soluzione che vada bene sia per me che per loro.