S.H.E
Safety, Health, Equality
S.H.E is Barbara Morris






Chi sei? Cosa fai? Perché fai questo lavoro?
Sono Barbara Morris, ho 47 anni e nella vita faccio quello che mi piace. Ho iniziato molto giovane da modella poi mi sono trasformata in presentatrice e speaker radiofonica, cosa che faccio ancora oggi. Ho 5 trasmissioni televisive in diversi reti locali: GRP, Rete 7, Radio Nord, Sky People TV, mi diverto tantissimo perché faccio trasmissioni e format che mi permettono di avere un ruolo d'autrice e quindi li sento molto miei. Sono grata alle persone che mi hanno concesso di mettermi in gioco e mi hanno fatto capire che potevo riuscire, perché non sempre ti viene data questa possibilità.
Da un anno ho avviato un'azienda di social media management con i miei due fantastici soci. Loro mi gestiscono l'immagine, inoltre curiamo profili social di aziende e privati, abbiamo anche un management, quindi dei giovani artisti che lanciamo sia sul panorama musicale che dello spettacolo. Sono molto soddisfatta di questo nuovo progetto che, per quanto sia distaccato dal mondo della televisione, ne è legato per via di vari aspetti come le sponsorizzazioni.
Per quanto riguarda i social li uso sia a livello imprenditoriale che come influencer, passami il termine, perché ho i followers dalla tv e devo gestirli. Come vedi mi occupo di molte cose in diverse fasi della comunicazione, ho però smesso di fare la modella.
Quando avevo 3 anni ho detto a mia madre che avrei voluto fare la modella e a 14 ho realizzato questo sogno non senza sacrifici, intoppi e delusioni. La mia carriera è stata una bella palestra perchè mi ha insegnato che nella vita bisogna essere sempre all'altezza, preparate, studiare tantissimo, non ci si può improvvisare. Molto spesso quando le persone vedono una donna realizzata non capiscono che quella che stanno guardando è solo la punta dell'iceberg e dietro ci sono tutti i pianti, le notti insonni, la gente che dice che non ce la farai mai, che non sei abbastanza, la tua famiglia che per paura ti dice di fare qualcos'altro, nel mio caso almeno all'inizio. Adesso la mia famiglia è un supporto costate, i miei genitori, mio figlio e il mio compagno sono la mia ancora e mi tengono con i piedi per terra e per questo gli sono grata.
Sei soddisfatta del tuo lavoro?
Sono molto soddisfatta del mio lavoro ma si può sempre fare di più e di meglio, ho tantissimi progetti. Per la nuova stagione ci sono due format nuovi per una grande emittente con cui sto lavorando con la mia società che si chiama Dreamers perché tutto quello che ho realizzato nasce da un sogno e Einstein diceva che "tutto è impossibile finché non arriva uno stupido che non lo sa e lo fa", quando ti dicono che è impossibile tu non crederci!
Ci sono state delle difficoltà durante la tua carriera lavorativa e, se sì, come le hai affrontate/stai affrontando?
Le difficoltà nella mia carriera forse sono state di più delle cose semplici, come penso in tutte le carriere artistiche e in molte di quelle lavorative. Ho iniziato a 14 anni e poi a 20 anni sono rimasta incinta. Mio figlio è la cosa più bella della mia vita ma quello step è stato difficile perché io facevo la modella e avere il proprio corpo che cambia fa paura. Poi, avendo la partita IVA, se non lavoro non guadagno e quindi è stato difficile ma ho saputo reinventarmi perché, avendo delle belle mani, ho fatto la manista per tutto il tempo della gravidanza e questo mi ha permesso di guadagnare. Ho anche lavorato molto con capelli e viso. Anche durante il periodo Covid ho avuto un aumento di peso a causa del cortisone che ho dovuto prendere per problemi di salute, quindi fisicamente facevo fatica a fare delle foto e anche lì ho sfruttato mani, faccia, capelli per poter ovviare al fatto che fossi, passami il termine, fuori forma per gli standard che si richiedevano. Insomma bisogna sapersi sempre reinventare.
Quanto il tuo lavoro influisce sulla tua vita privata? Ci sono state difficoltà a gestire sia lavoro che vita privata? Hai la possibiltà di avere la flessibilità sufficiente a gestire la tua vita?
La mia vita privata non esiste, la mia vita lavorativa prende anche la mia vita privata e quindi io cerco di inglobare la mia vita privata nel lavoro. Quindi quando ci sono degli eventi trascino a forza il mio compagno che vuole solo starsene a casa tranquillo, i miei genitori non possono seguirmi avendo mio papà che è infermo ma mando loro tantissime foto e video e cerco di renderli partecipi. Sono anche molto presente con la mia famiglia perché vivo a 40 minuti da loro e cerco di andarli a trovare ogni due giorni ritagliandomi un po' di tempo con loro perché per me la famiglia è la prima cosa. Oggi pomeriggio, ad esempio, ho disdetto tutto e vado da loro perché è una settimana che non li vedo.
Per quanto riguarda il mio compagno invece cerchiamo di ritagliarci del tempo solo per noi perché è giusto che abbia il suo spazio. Io ringrazio che lui sia una persona che non mi impedisce nulla, non mi fa scenate, mi lascia molto libera e per lui l'importante è che io sia felice e ovviamente rispettosa nei suoi confronti.
Diciamo che nella mia vita per ritagliarsi del tempo occorre organizzare tutto, la mia vita è organizzata in base a un calendario e ho tutto segnato (anche quando devo andare a fare la spesa). Io sono disordinatissima ma riesco a gestire tutto grazie ai miei soci.
Hai mai ricevuto un trattamento diverso in quanto donna lavoratrice e, se sì, come hai reagito? Sono mai state messe in dubbio le tue competenze professionali perché sei una donna?
Assolutamente si, quando sei donna devi dimostrare tante volte il doppio. Ti viene perdonato di essere bella, di essere simpatica ma un uomo non ti perdona di essere competente ed è veramente difficile far capire che non si è solo bionde, simpatiche e carine ma si è anche competenti. Quando vedono che sei competente il resto sparisce e a volte fai paura. Non è sempre così ma capita spesso che alcune persone (uomini) ti si mettano in competizione pur non avendone motivo (si dovrebbe collaborare) quindi sì, mi è successo in particolare nell'ambito manageriale. A quel tempo avevo 33 anni e quando salivo sul palco a fare formazione mi è stato chiesto più volte da uomini più grandi di me: “quando arriva il tuo capo?” quando il capo ero io. Io non me la prendevo neanche, salivo sul palco e dimostravo che cosa sapevo fare.
Esistono procedure aziendali per affrontare situazioni di emergenza legate a molestie o discriminazioni sul posto di lavoro?
Se ci sono molestie, mobbing, diffamazione ecc... io in azienda ho l'avvocato perché ci si deve tutelare e proteggere. Ho un management che si cura di me e questo è importante. Mi presento sempre agli eventi con un'assistente, mi muovo sempre con una persona accanto perché non posso permettermi di andare da sola in giro perché tante volte succede che la gente mi riconosca e mi fermi e può essere difficile gestire certe dinamiche. A volte scattano le molestie nel momento in cui magari sono fuori a cena fuori e arrivano persone che vogliono fare foto ecc... e tanti non capiscono di essere nella mia sfera privata. Io sono sempre ben felice di fare le foto con chi me lo chiede e a ogni richiesta dico: “grazie per il tuo tempo” ma se sto mangiando con la mia famiglia o se sto facendo un pranzo di lavoro, fuori dall'ambito televisivo e quindi in quello manageriale con la Dreamers, a volte le persone con cui sono si sentono a disagio non essendo personaggi dello spettacolo avvezzi a quel tipo di attenzione. Poi io la foto la faccio lo stesso ma bisognerebbe capire quando è opportuno fare questo tipo di richieste e quando non lo è. Questa problematica non è solo mia ma molti personaggi dello spettacolo ne hanno parlato.
Dal momento che lavori sui social, com'è la situazione in quel campo? Ricevi insulti?
Io non lo so se sia un bene o un male, il mio staff dice che è un male, ma ho davvero pochi haters e tanti consensi da parte di donne. Questa cosa mi gratifica molto, ho più donne che mi seguono, che mi fanno i complimenti e che mi danno la carica. Quando vedo un complimento sincero e affettuoso da parte di una donna lo prendo come doppio. Finché un uomo mi dice che sono bella ok, quando invece una donna mi dice sono bella, brava, che mi segue e le sono d'ispirazione io mi illumino.
Ad ogni modo haters fatevi avanti che bisogna mobilitare un po' il mio profilo altrimenti il mio staff si lamenta *ride*.
Cosa potrebbe migliorare nel tuo lavoro? Pensi che ci sia bisogno di politiche aziendali a sostegno di una maggiore tutela delle lavoratrici donne nel mondo dello spettacolo?
Assolutamente, bisognerebbe avere delle organizzazioni gestite da figure formate e professionali, in grado di sostenere qualunque tipo di discriminazione sia per le donne che per gli uomini che vengono spesso penalizzati per il loro orientamento sessuale (sia esso omosessuale o eterosessuale) e questo non dovrebbe essere rilevante a livello professionale. Bisognerebbe aver dietro, perché noi siamo front-women e men ma senza quello che c'è dietro non esisteremmo, organizzazioni migliori che permettano di abbattere tutti questi gap e discriminazioni che non dovrebbero importare in ambito lavorativo.
Queste organizzazioni esistono già ma tante sono improvvisate e di preparate ce ne sono poche, occorrerebbe formare specialisti.
Come descriveresti il rapporto con i colleghi? Noti differenze nelle interazioni tra colleghi di sesso maschile e femminile?
Tante volte io lavoro da sola essendo l'unica conduttrice della maggior parte delle mie trasmissioni. Ho trasmissioni in cui ho colleghi uomini che mi trattano davvero molto bene. Fino ad oggi ho avuto un trattamento speciale, basato su rispetto, considerazione e ammirazione reciproca dalla maggior parte delle persone con cui ho lavorato. Ad oggi, per quanto riguarda l'ambiente televisivo non ho avuto nessun problema di discriminazione, invece per quanto riguarda la questione eventi, mi sono capitate scenate di invidia da parte di alcuni personaggi (uomo) che hanno fatto qualcosina in più di me e che per questo pensavano di essere migliori. Quando hanno visto che potevo essere al loro livello, se non superiore, si è scaturita l'invidia ma sono cose che si superano. Posso dire di essere stata fortunata, anche perché mi sono scelta degli ambienti buoni e oggi sono felice perché il mio ambiente di lavoro è sereno, disteso e professionale e questo non è assolutamente scontato ma quando ci si pone in maniera cortese e cordiale con tutti, gli altri non hanno motivo di non esserlo con te.
Nel caso tu, o qualcuno a te vicino, abbia vissuto esperienze lavorative fuori dall’Italia, hai riscontrato differenze? Se si positive o negative?
Ho avuto delle esperienze all'estero, in particolare a Londra e Miami, giro tanto e a Miami ho vissuto per un bel po' e ho lavorato per diverse aziende. Posso dire che lì c'è la meritocrazia assoluta, non è importante il sesso o l'etnia, se uno è competente viene assunto e può arrivare lontano. Qui in Italia è un po' diverso perché sì, conta essere bravi ma bisogna anche essere belli, simpatici e magari amici di qualcuno. Negli USA invece questo non è importante, quando stavo a Miami sono andata a prendere spesso un caffè con figure dello spettacolo di un certo rilievo e non c'è stato il minimo problema, qui magari trovi l'ultima influencer e se la tira anche, ovviamente non è sempre così, sto generalizzando. Stessa cosa a Londra, se si è competente si va avanti altrimenti no. Poi sono sicura che ci siano anche le eccezioni ma per il mio vissuto ho vito che lì la meritocrazia esiste, il sogno americano può essere di tutti, non è impossibile come invece viene dipinto in Italia. Ti dicono che basta impegnarsi ed è effettivamente così.
Che consiglio daresti a una donna che vorrebbe intraprendere la tua stessa carriera?
Prima di tutto di non porsi limiti e non farsi fermare da niente e da nessuno. Ad esempio di non farsi tarpare le ali da un amore troppo geloso, purtroppo in questo periodo sappiamo fin troppo bene cosa significa questa frase. Io stessa ho vissuto temi di attualità, una gelosia troppo profonda, alcune violenze per fortuna non gravi, sono stata costretta a rifiutare dei lavori per il troppo possesso, ho subito violenza psicologica per anni e quindi ad oggi non accetto più questa cosa. Ho preteso da me stessa di andare via con la mia forza prima che fosse troppo tardi e mi sento di consigliare alle donne che stanno vivendo una situazione simile alla mia di denunciare prima che diventi troppo, anche se sembra inutile prima o poi qualcuno vi ascolterà adesso specialmente. So che c'è questa idea in parte corretta che nonostante la denuncia non succederà niente però se non si fa nulla non succederà mai nulla per davvero, quindi bisogna assolutamente fare qualcosa, anche solo se si è a conoscienza di questo tipo di dinamiche familiari.
Voglio quindi consigliare alle donne di non porsi limiti e non farseli porre, di essere indipendenti, non dipendere mai da un uomo o dalla famiglia. Questa è una cosa che ho sempre pensato, sin da piccolo e, quando mi dicevano che ero bella e o avrei fatto carriera come modella o avrei sposato un uomo ricco io ho sempre risposto che non voglio sposare un uomo ricco e potente, voglio essere io quella potente, trovo che questa frase bellissima di Cher rappresenti molto bene il concetto. Io da piccola dicevo: “non voglio sposare il re, voglio essere la regina”. Oggi non so se effettivamente questo sia successo ma sono indipendente, faccio quello che mi piace, vivo, sono libera, ho accanto una famiglia meravigliosa che è la mia corazza e mi riempie d'affetto e questo non è scontato. Io ho bisogno di affetto vero e ne do tanto.
Prima facevo più fatica a esprimere i miei sentimenti, poi nel 2008 è morto il mio padre biologico e io sono stata in coma per 27 ore e mi ricordo tutto, avevo un'ora di vita e mi ha salvata mio figlio. Dopo questo avvenimento ho cambiato il mio mood e la mia testa, il mio modo di vivere. Da quel momento tutto quello che mi arriva è un dono, la mia vita è un dono e anch'io sono un dono e quindi la vivo con il sole sempre. Quando mi fanno arrabbiare mi arrabbio ma non lascio loro il potere di tirarmi giù, mai.