Domani è oggi: Paola Cortellesi debutta al cinema e ci parla di emancipazione femminile
- Elisa Verra
- 23 mag 2024
- Tempo di lettura: 4 min

C'è ancora domani, film d’esordio di Paola Cortellesi, è uscito nelle sale il 26 ottobre 2023 ed è ora disponibile in streaming su Netflix. Questo film, che ha suscitato molte discussioni sin dalla sua uscita, ha recentemente ottenuto sei premi ai David di Donatello, posizionandosi secondo dopo Io, Capitano di Matteo Garrone. Nonostante i riconoscimenti, C'è ancora domani ha diviso l’opinione pubblica: alcuni lo hanno amato, altri lo considerano mediocre o addirittura brutto. Questa recensione mira a fornire un’opinione oggettiva del film, evidenziando i punti di forza e le debolezze della regia e della sceneggiatura.
La storia è ambientata a Roma nel maggio 1946, sullo sfondo del referendum istituzionale post-bellico. Delia, una madre di famiglia, è sposata con Ivano, un uomo violento che le infligge quotidianamente abusi fisici e psicologici. In questo contesto, le sue uniche consolazioni sono l'amica Marisa e suo marito Nino, che cercano di alleviare le sue sofferenze. Un giorno, Delia incontra William, un soldato afroamericano, che nota i lividi sul suo corpo e intuisce il dramma che sta vivendo. Intanto, la figlia maggiore di Delia, Marcella, riceva una proposta di matrimonio e inizia a organizzare le nozze con Giulio, un giovane di buona famiglia che però Delia teme possa essere violento come Ivano.
Determinata a salvare la figlia dal suo stesso destino, Delia, con l'aiuto di William, distrugge il bar della famiglia di Giulio, portandoli alla rovina e rompendo il fidanzamento di Marcella. Successivamente, la donna pianifica di fuggire da Ivano il 2 giugno, ma la morte improvvisa del suocero la trattiene. Il giorno seguente, con il coraggio di una madre disperata, lascia a Marcella una lettera e dei soldi per permetterle di studiare, e si dirige verso le urne per votare. Dimentica però la tessera elettorale che viene trovata dal marito che la insegue, deciso a riportarla a casa, e da Marcella, che le porta la tessera con l’obiettivo di permetterle di votare. Nel finale, in un momento carico di tensione e risolutezza, Ivano viene fermato dallo sguardo determinato di Delia, che, circondata da altre donne pronte a votare per la prima volta come lei, afferma la sua emancipazione e compie finalmente il suo dovere civico, segno di un nuovo inizio per la storia del nostro paese.
Il film è in bilico tra dramma e commedia e segna, per la Cortellesi, un ottimo debutto come regista. Dal punto di vista tecnico, la pellicola presenta interessanti elementi registici, tra cui la scelta coraggiosa di girare in bianco e nero e in formato 4:3, questo vuole essere un evidente omaggio al Neorealismo italiano.
Un altro punto forte è la colonna sonora, che mescola canzoni tipiche degli anni ’50 con altre più moderne, mantenendo un equilibrio tra passato e presente. La scelta non è casuale ma data dal fatto che la regista vuole costantemente paragonare passato e presente, utilizzando la musica e il bianco e nero moderno per farlo.
Nel corso della storia, il film mostra vari modi di reprimere le donne, sia fisicamente che psicologicamente e presenta scene potenti capaci di toccare profondamente lo spettatore, lasciando un senso di disagio volutamente ricercato. Oltre al femminismo, si tratta di altre importanti tematiche sociali come la povertà del secondo dopoguerra, il fenomeno degli arricchiti e la questione del suffragio universale, con un focus sulla conseguente reazione degli uomini. La questione politica, che inizialmente pare essere messa in secondo piano, ottiene poi massima rilevanza nel finale del film.
C'è ancora domani è il film italiano che ha incassato di più nel 2023, con oltre 36 milioni di euro. Ma a cosa è dovuto questo grande successo? Il film affronta tematiche importanti come il femminismo e l’emancipazione femminile, sovvertendo il meccanismo della nostalgia. La Cortellesi riprende l’estetica idealzzata della vita semplice della classe popolare, che pone al centro famiglia e frugalità, e del “si stava meglio quando si stava peggio”, per mostrare che la realtà tanto decantata non era così idilliaca.
Il film è a tratti impeccabile, ma viene giudicato da alcuni eccessivamente semplicistico. A tal proposito voglio spezzare una lancia a favore della pellicola della Cortellesi, ricordando che il prodotto è pensato per un ampio pubblico e adotta di conseguenza un linguaggio accessibile. In questo modo la regista riesce a mandare un messaggio forte, ovvero che, sebbene le donne abbiano ottenuto maggiori libertà, c’è ancora molto da fare, poiché alcune situazioni nel film non sono molto diverse da quanto accade oggi.
Interessante è anche il personaggio di Delia che, criticata dalla figlia per la sua passività, è in realtà una donna forte, costretta a nascondere la sua vera natura per salvaguardare la sua vita.
Il film è stato poi accusato di portare una prospettiva eccessivamente femminista e, per quanto questa affermazione risulti piuttosto ridicola, visti anche i temi tratti, vorrei far notare che, nel corso di tutta la narrazione non si tenta mai di trasmettere l’idea che tutti gli uomini siano cattivi. Ci sono infatti esempi virtuosi come Nino e William che rispettano e amano le donne. Ovviamente il film mette in primo piano gli uomini crudeli per motivi di trama ma non tenta mai di addossare al genere maschile tutto la colpa, quanto più discutere di una piaga sociale che è ancora presente nella nostra società.
Se vogliamo essere pignoli, alcune criticità possono essere l’eccessiva semplificazione di certi momenti narrativi e la mancanza di caratterizzazione di alcuni personaggi secondari ma, nel complesso, C'è ancora domani è un film che funziona e non merita le numerose critiche ricevute; al contrario è un'opera che, nonostante qualche difetto, riesce a coinvolgere e a far riflettere, lasciando il segno nel panorama cinematografico italiano.
Elisa Verra
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