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Priscilla di Sofia Coppola: il lato oscuro della vita di coppia dei Presley

Immagine tratta dal film Priscilla di Sofia Coppola


Per la rubrica di aprile, dedicata alla figura della donna nel cinema, voglio proporvi una recensione-riflessione sul nuovo film di Sofia Coppola, Priscilla, uscito in Italia il 27 marzo 2024 e attualmente disponibile in molte sale italiane.

Il film è ispirato al memoir di Priscilla Presley, Elvis and Me: The True Story of the Love Between Priscilla Presley and the King of Rock N' Roll, e racconta della storia della donna, all’epoca poco più che una bambina, con un particolare focus sulla sua relazione con Elvis Presley. La trama segue da vicino gli eventi storici, ma introduce anche elementi immaginativi e interpretazioni artistiche mettendo chiaramente in luce lo stile di Sofia Coppola.

La storia inizia nel 1959 quando la quattordicenne Priscilla Wagner ed Elvis Presley, all’epoca ventiquattrenne, si incontrano per la prima volta durante una festa. I due iniziano a frequentarsi, ma la loro relazione viene interrotta quando Elvis parte per gli Stati Uniti dopo aver completato il servizio militare. In questa prima fase della narrazione, la Coppola costruisce la scena ad hoc per evidenziare la spiccata differenza di età tra i due personaggi e, spesso, gli atteggiamenti della rockstar nei confronti della giovane Priscilla appaiono predatori, sebbene la regista non sembri assumere mai una posizione marcata sulle dinamiche tra i due.

La narrazione procede mettendo in scena l’attaccamento quasi morboso della ragazza nei confronti di Elvis, mostrando come, nonostante la distanza, Priscilla continui a pensare a lui e trascuri la sua vita quotidiana. Dopo due anni di separazione, Elvis convince i genitori di Priscilla a permetterle di trasferirsi negli Stati Uniti per vivere con lui a Graceland, la sua residenza a Memphis. Qui, Priscilla si trova a navigare nel lussuoso mondo di Elvis, ma anche ad affrontare la sua fama e il suo stile di vita turbolento. È in questo momento che si iniziano a delineare con sempre maggior prepotenza le dinamiche tossiche della loro relazione, basata su un evidente squilibrio di potere in favore del cantante. La relazione tra Priscilla ed Elvis è infatti segnata da alti e bassi, più che altro bassi, con Elvis che tradisce ripetutamente Priscilla e in diversi casi la sottopone a forme di violenza psicologica e ricatti emotivi. Elvis tratta Priscilla come se fosse una bambola, dicendole come comportarsi, camminare, vestirsi, truccarsi e pettinarsi. Insomma, la Coppola mostra come l’immagine pubblica della donna sia stata costruita dal cantante secondo i suoi personali gusti e senza curarsi delle opinioni della giovane che, nel corso dell'intero lungometraggio, vengono costantemente calpestate. La dimensione della bambola, inquanto oggetto passivo e asessuato emerge anche nel rapporto intimo e soprattutto sessuale tra i due, che Elvis tenta di rimandare il più possibile, ignorando ancora una volta i desideri di Priscilla. Nonostante le sfide, la coppia si sposa nel 1967 e ha una figlia, Lisa Marie, l'anno successivo.

Il film vuole mettere in luce il lato oscuro della fama di Elvis, incluso il suo coinvolgimento nel movimento della controcultura e il suo uso di droghe e mostra come, nel corso degli anni, la relazione tra Priscilla ed Elvis, già di per sé tossica, diventi sempre più turbolenta e infelice, fino a quando Priscilla decide di divorziare da lui nel 1973.

Ho scelto di analizzare questo film perché offre uno sguardo commovente e profondo sul tema delle relazioni tossiche e della violenza domestica, attraverso la vita di Priscilla Presley durante il suo rapporto con Elvis. Questo film, sebbene non si concentri esplicitamente sulla violenza domestica, offre un'analisi intensa e riflessiva su come tali dinamiche possano influenzare la vita di una donna. Coppola, con la sua abilità distintiva nel ritrarre personaggi complessi e situazioni emotive, ci porta nel cuore della vita di Priscilla, una giovane ragazza intrappolata in una gabbia dorata nell'attesa costante dell'imminente comparsa di Elvis che, dal canto suo, le dedica pochissime attenzioni. Attraverso gli occhi di Priscilla, il film esplora l'ingenuità dietro l'idolatria, rivelando la realtà amara di una relazione che è più tossica che romantica.

Il film non cerca affatto di idealizzare o edulcorare la storia di Elvis, ma piuttosto offre una rappresentazione autentica delle dinamiche di potere e del controllo, presenti nella relazione con Priscilla. La regista evidenzia la manipolazione e la possessività di Elvis nei confronti della giovane, mostrando come il suo successo e la sua fama lo abbiano reso un gigante che domina la vita della ragazza.

Attraverso una narrazione lenta e riflessiva, Coppola ci mostra la quotidianità della vita di Priscilla, fatta di noia, oppressione e momenti di felicità effimera. La performance minimale della protagonista, interpretata da Cailee Spaeny, riflette la clausola imprescindibile di un contratto d'amore che la lega a un uomo idealizzato come un dio.

Ma ciò che rende Priscilla un film così potente è il modo in cui la Coppola esplora le conseguenze emotive della violenza domestica e delle relazioni tossiche. Attraverso la lente della vita di Priscilla, il film ci mostra il dolore, la paura e la lotta per l'indipendenza di una donna intrappolata in un ciclo di abusi.

Il film di Sofia Coppola è, secondo me, una testimonianza toccante e necessaria delle complessità delle relazioni tossiche e della violenza domestica. È un film che ci spinge a riflettere sulle dinamiche di potere nelle relazioni e sull'importanza di riconoscere e combattere la violenza contro le donne. Una visione che, senza dubbio, solleverà conversazioni importanti e necessarie sulle questioni di genere e nella società nel suo complesso.

Consiglio a tutti di andare a vedere questo film che, nella sua narrazione lenta e intimista, racconta una storia toccante e profondamente attuale. Credo sia interessante, al di là dell’affezione al personaggio di Elvis Presley, guardare alla sua storia da un nuovo punto di vista che, sebbene posto attraverso il filtro artistico della Coppola, mette in luce una serie di tematiche ancora tristemente attuali nella nostra società.

 

Elisa Verra

 

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