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I miei 50 cents su Bombshell - La voce dello scandalo

Aggiornamento: 8 gen 2024

Immagine tratta dal film Bombshell - La voce dello scandalo


Avere il compito di aprire la prima edizione di S.H.E blog è per me fonte di grande orgoglio ma è anche un compito arduo. I primi articoli, si sa, determinano il taglio di un giornale, ne indicano lo stile, modellano la sua identità. Come rendere dunque questo mio intervento interessante e significativo allo stesso tempo? All’inizio ho provato a dare un taglio giornalistico al mio testo: scegliere un argomento di attualità, scrivere frasi brevi e chiare, evitando i giri di parole, seguire la regola delle 5 W e tutte le altre regole che si insegnano a un generico corso di giornalismo. Ecco questi corsi non mi hanno mai appassionata più di tanto, all’università a questi preferivo di gran lunga i corsi di cinema e media e allora mi sono detta: “perché non parlare di ciò che più mi appassiona e scrivere come so fare, come piace a me?” e quindi in questo mio primo articolo voglio raccontarvi di un film uscito nel 2019 e che ha fatto tanto parlare di sé.

Il film in questione è Bombshell – La voce dello scandalo, per la regia di Jay Roach, e nel tempo ha collezionato un bel po’ di riconoscimenti cinematografici tra cui tre Oscar (trucco e acconciatura, miglior attrice protagonista per Charlize Theron, miglior attrice non protagonista per Margot Robbie).

La pellicola è ispirata a una storia vera e ripercorre il caso Roger Ailes, potente capo di Fox News licenziato perché accusato di molestie sessuali nei confronti di diverse dipendenti.

Ma chi è Roger Ailes? Produttore televisivo e giornalista statunitense, è stato a lungo presidente e CEO di Fox News, Fox Television Stations e 20th Television. Apertamente repubblicano, si è occupato di consulenza mediatica per le campagne elettorali dei presidenti Nixon, Reagan e Bush. Dopo aver dato le dimissioni e aver lasciato Fox News in seguito alle accuse di molestie sessuali, nel 2016 è diventato consigliere per la campagna presidenziale di Donald Trump. Insomma stiamo parlando di un uomo estremamente potente nel settore della comunicazione mediatica.

Il film però non si concentra tanto sulla figura di Ailes quanto più sulle sue vittime. La vicenda si sviluppa infatti attraverso il racconto della storia di tre donne, interpretate da Nicole Kidman, Charlize Theron e Margot Robbie, rispettivamente nel ruolo Gretchen Carlson, Megyn Kelly e Kayla Pospisil. Le prime due sono figure reali e le principali promotrici della causa: Carlson è stata infatti la prima a denunciare Ailes di molestie sessuali, dando inizio all’indagine nei confronti del CEO, e Kelly è stata tra le altre giornaliste di Fox News ad unirsi alla causa subito dopo. La Robbie interpreta invece un personaggio inventato, che si fa rappresentante delle molte donne vittime delle molestie di Ailes.

Il film si concentra sullo scandalo del 2016 e sui mesi immediatamente precedenti al suo scoppio, andando a prendere in analisi il sistema sessista che è stato portato alla luce da tale avvenimento ma mai debellato, come i titoli di coda dimostrano, menzionando i 50 milioni di risarcimento proposti alle vittime dall’emittente contro ai 65 milioni di liquidazione dati a Ailes e al collega Bill O’Reilly a seguito delle loro dimissioni.

Il film mette in scena una realtà televisiva che potremmo definire brutalmente realistica: siamo nel 2016, prima che il caso Weinstein esplodesse e il movimento #MeToo prendesse vita. In questo contesto, le giornaliste sono sottoposte a rigidi standard di bellezza, sessualizzate, devono sostenere una sorta di passerella prima di essere assunte e sono obbligate a sedersi dietro scrivanie trasparenti in modo tale da mostrare le gambe. Per fare carriera, molte di loro devono affrontare ricatti sessuali più o meno espliciti. Certo hanno la libertà di scegliere la propria linea editoriale e di respingere le avances indesiderate ma, allo stesso tempo, i dirigenti aziendali hanno il potere di licenziarle a loro discrezione.

A tal proposito una scena particolarmente significativa è quella che vede come protagonista Rudi Bakhtiar (Nazanin Boniadi). Rudi sta per ricevere una promozione ma, nel momento in cui si trova a parlarne col suo capo, questi le fa capire che in cambio di tale avanzamento di carriera si aspetta una prestazione sessuale. Grazie al voice-over, che riporta i pensieri di Rudi, noi capiamo che la donna è ben consapevole di quello che il suo capo le sta chiedendo ma prova a cambiare argomento e a fingere di non aver capito, alla fine si scusa con lui qualora “avesse fatto qualcosa che lo abbia indotto a pensare che fosse interessata” ma tutto questo non basta, dopo il suo rifiuto di passare la notte con l’uomo, Rudi verrà licenziata dalla Fox.

Il regista si addentra a fondo nella complessità della storia, inquadrando con cura l’ambiente giornalistico conservatore e ponendo in primo piano i timori e lo smarrimento delle giornaliste che mai prima di allora avevano fatto sentire la propria voce.

Il film, nel ripercorrere la vicenda, lascia nello spettatore una sensazione dolce-amara. Da un lato abbiamo il licenziamento di Ailes e O’Reilly e quindi la vittoria di Gretchen Carlson, Megyn Kelly e Kayla Pospisil di cui possiamo apprezzare la natura combattiva che mostrano verso il finale della pellicola, dopo aver affrontato e superato dubbi e ripensamenti. Dall’altra abbiamo però la realtà che conosciamo fin troppo bene e che non punisce mai realmente i cattivi della storia, soprattutto se questi sono uomini facoltosi. Certo Ailes viene licenziato da Fox ma è ricompensato con una lauta liquidazione e sappiamo che in seguito ai fatti riportati ha poi lavorato per Donald Trump.

Sicuramente Bombshell è un film importante, che racconta di una delle prime volte in cui le donne sono riuscite a ribellarsi alla società patriarcale che da secoli le opprime. Da qui sono poi venuti gli altri scandali (es. caso Weinsten) e sono nati i movimenti femministi che oggi tanto fanno parlare di sé. Il film mette in scena un evento importante per la storia del femminismo, un avvenimento che ha fatto sì che venisse posta una delle prime pietre per costruire una società più equa per tutti. Consiglio a tutti di vedere questa pellicola, anche se non mostra niente di nuovo ma solo la cruda realtà che siamo abituati troppo spesso a vedere. Nonostante la nostra consapevolezza, e forse anche la nostra rassegnazione, il film lascia un sottile velo di speranza nello spettatore, mostrando che le cose possono essere cambiate, lentamente, con fatica e con risultati non totalmente soddisfacenti, ma ci dice che è arrivato il momento di iniziare a costruire la società nella quale tutte noi vogliamo vivere.


Elisa Verra

2 Comments


michela.pilone
Jan 08, 2024

Ho letto con interesse l'articolo e devo dire che, come mamma di due ragazze, sono contenta per il loro futuro. Anche se lentamente, finalmente le cose stanno cambiando, anche grazie ad azioni come quelle raccontate nel film. A tal proposito non mancherò di vederlo appena possibile!!

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Sara Marseglia
Sara Marseglia
Jan 08, 2024

Articolo molto interessante e presenta in modo chiaro e semplice l'argomento principale! Rappresenta una realtà che è ancora purtroppo presente ma allo stesso tempo rappresenta anche una testimonianza di come noi donne possiamo ancora avere speranza e fiducia in un mondo che prima o poi dovrà cambiare!

Sono curiosa di leggere i prossimi articoli!

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