Siamo le Povere Creature di Lanthimos?
- Elisa Verra
- 7 mar 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Nel mese di marzo cadono due eventi particolarmente significativi per questa rubrica di S.H.E quali la giornata internazionale della donna e la notte degli Oscar. Per celebrare entrambe queste ricorrenze, oggi voglio parlarvi di uno dei film candidati a questa edizione 2024 dell'Academy Award, ovvero Povere Creature!.
Diretto da Yorgos Lanthimos, in nomination per la migliore regia, e magistralmente interpretato da una impeccabile Emma Stone, candidata come miglior attrice protagonista, Povere Creature! è sicuramente uno dei film che maggiormente ho apprezzato quest’anno. Ambientata in epoca vittoriana, la storia segue la vicenda di Bella Baxter, una donna suicida riportata in vita da uno scienziato che sostituisce il suo cervello con quello del figlio che portava in grembo (insomma una moderna Frankenstein). Bella scopre quindi il mondo con i suoi occhi nuovi da bambina, pertanto privi di preconcetti, tuffandosi nella vita, rifiutando le convenzioni e mettendo in luce le storture della nostra società con un'ingenuità infantile, comica e simbolica.
Nel film Bella è una delle “povere creature” ovvero quegli esperimenti da laboratorio del dottor Godwin Baxter. Tuttavia, attraverso un interessante ribaltamento, ben presto lo spettatore si rende conto che i mostri non sono i freak ma i cosiddetti “normali” che vivono secondo convenzioni sociali del tutto prive di logica, secondo una legge che piuttosto che essere morale, altro non è che la legge del più forte, in una costante ricerca di potere sull’altro.
Ho visto diverse recensioni impegnate nell’ardito compito di scollegare questo film da un discorso di tipo femminista, forse vista anche la connotazione, sempre più negativa, associata a questo tipo di pensiero. Qualcuno ha definito questo film una “feroce critica alle convenzioni sociali e all’ipocrisia più che un manifesto del femminismo”. Ebbene non è così; all’interno del film la sessualità femminile e la condizione della donna sono al centro del discorso e negare questo significa negare l’evidenza. È vero, c’è un’unica scena che si occupa di tematiche in certa misura estranee al femminismo, ovvero della povertà, ma per il resto cogliamo un evidente fil rouge. Di fatto Povere Creature! è una critica all’ipocrisia sociale ma questa società rimane patriarcale e il regista insiste su questo aspetto sia nella scelta delle tematiche da trattare, sia nella costruzione di un personaggio femminile che agisce, nel corso del film, alla ricerca dell’emancipazione attraverso l’esperienza sessuale.
A riprova di ciò, molti sono gli articoli che accostano questo film a Barbie, prodotto audiovisivo esplicitamente femminista, per quanto in ciascuno di questi si ponga Povere Creature! come esempio di cinema virtuoso in opposizione al film di Greta Gerwig. Anche in questo caso la colpa non è dei discorsi femministi legati a questo genere di prodotto, quanto più del tipo di film che ci troviamo davanti. Povere Creature! è un maestoso film d’autore mentre Barbie, per quanto tocchi interessanti tematiche, rimane un prodotto mainstream e quindi la costruzione delle due pellicole non può che essere differente, così come la fruizione dello spettatore.
Io consiglio caldamente a tutte le lettrici e a tutti i lettori del nostro blog di recuperare Povere Creature! perché è un grande film a tutto tondo, uno dei migliori che abbia visto quest’anno, e non solo per la storia e per la regia ma anche per l’atmosfera sognate e surrealista creata da Lanthimos grazie alle scenografie stravaganti, ai costumi e al trucco. In particolare la simbologia nei costumi è curata nel dettaglio dalla costumista Holly Waddington che ha dato interessanti informazioni riguardo ad alcune scelte fatte in corso d’opera. Il film è ambientato in epoca vittoriana ma lo stile è eclettico e le inesattezze storiche si sprecano, aiutando a creare lo stile stravagante che permea l’intero film. L’uso del colore è ricercato e mai casuale, con la predominanza del giallo negli abiti di Bella Baxter, che in antichità era associato ai pazzi, agli stravaganti (insomma a quelli che non rientravano nel paradigma della normalità sociale) ma anche all’infanzia. Inoltre il giallo, in contrasto con i capelli neri dell’attrice rimanda alla segnaletica di pericolo. Nel film vengono anche utilizzate diverse tonalità del rosa che, insieme alla scelta dei tessuti, evocano determinati organi del corpo umano, e in particolare di quello femminile.
Pare che, quando la palette di colori è stata mostrata per la prima volta al regista, questi abbia detto che sembravano i colori di una mela marcia e di fatto questa era l’intenzione della Waddington: in fin dei conti Bella Baxter è una mela marcia perché vive la vita in base alle sue regole invece che a quelle della società, senza dare peso a convenzioni contraddittorie se non addirittura prive di senso. Bella è la protagonista della sua vita, affamata di conoscenza e alla ricerca del piacere sessuale, proprio quello che a inizio film le viene detto che “nella buona società non va perseguito”.
Povere Creature! è uno spettacolo per gli occhi, un film profondo e impegnato ma non per questo mancante di momenti di comicità. Badate bene però a ponderare questi momenti di riso perché no, la scena in cui Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo) da a Bella della “troia” non è uno di questi.
Ma adesso lascio la parola a voi, avete visto questo film? Come lo avete trovato? Fatemelo sapere con un commento!
Elisa Verra
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